- Il Santuario della Beate Vergine Maria delle Grazie
- Il coccodrillo del Santuario
- L’antichissima fiera delle Grazie
- Il cotechino o “cotechina” delle Grazie di Curtatone
- I madonnari che dipingono
- Il museo dei madonnari
- Riserva Naturale Valli del Mincio
- Fiori di Loto
Cenni storici
Comune di pianura, di antica origine, nella cui economia l’agricoltura è affiancata da un secondario discretamente sviluppato. Definito “comune sparso” con sede in località Montanara, è costituito da numerose altre località: Buscoldo, Grazie, Levata, Curtatone, San Silvestro, Villaggio Eremo, San Lorenzo e Ponte Ventuno. La comunità dei curtatonesi presenta un indice di vecchiaia di poco superiore alla media. Il territorio risulta pianeggiante ma il paesaggio che lo caratterizza è alquanto variegato: lambito dal fiume Mincio e dal Lago Superiore, il comprensorio curtatonese giunge (nella parte meridionale) quasi a toccare l’argine del fiume Po. Il terreno, di tipo alluvionale, durante i secoli ha risentito dei benefici effetti dell’abbondanza di risorse idriche. Le Grazie di Curtatone (MN) è uno dei borghi più belli d’Italia. Piccola frazione di un Comune protagonista del Risorgimento italiano, con i suoi circa 600 abitanti, si specchia nelle acque del Mincio che, in quel punto, si distende e si allarga quasi a voler abbracciare il maestoso Santuario dedicato a Santa Maria delle Grazie, imponente ex voto e sorprendente teatro di una religiosità di principi e di popolo. Angoli insoliti, riti antichi, paesaggi singolari costituiscono il fascino di uno spicchio di pianura che si incunea senza soluzione di continuità, nell’acqua, perdendosi in essa. E di terra ed acqua è la cucina che riecheggia ancora di echi gonzagheschi, con preparazioni ricercate ma con ingredienti semplici nei quali si può ritrovare una cultura del territorio e della conoscenza dei suoi prodotti. Il luogo si inonda di luce nelle torride giornate estive e perde i propri contorni nelle grevi nebbie autunnali che avvolgono uomini e cose. La calma sorniona che permea tutta la vita del borgo si trasforma in frenetico movimento il giorno di ferragosto quando gli artisti chiamati “madonnari” disegnano sull’asfalto, con gessetti colorati, capolavori del passato o immagini di un sofferto presente, ma sempre in onore alla Madonna. Grazie è il regno dell’effimero: come un acquazzone può distruggere in pochi minuti le pitture a gessetto sul sagrato della chiesa, così basta il passare del tempo per restituire al nulla le statue protagoniste di quell’incredibile “racconto meraviglioso” che è il santuario mariano. Una realtà di terra e di acqua che colpisce il visitatore mentre questi naviga lentamente lungo i canali, tra canneti e ninfee, osservando specie rare di uccelli, circondato in estate da esotici fiori di loto come in un angolo incredibile del Giappone. E in fondo alla palude, come un miraggio sull’acqua, appare il magnifico ed inconfondibile skyline di Mantova.